Team building e giochi di ruolo (seconda parte)

Di seguito la seconda parte  l’intervista fatta a Elio Zoccarato dalla rivista di settore Meeting & Congress sul tema del team building e i giochi di ruolo.

Perché il gioco di ruolo funziona per una strategia aziendale?

La concorrenza si fa sempre più globale e se non si comprende in tempo l’importanza di adeguarsi al nuovo, si rischia l’esclusione dal mercato stesso. Attenzione particolare dovrà essere dedicata al cambiamento delle regole del gioco economico e competitivo.

Una strategia è un piano per l’interazione con l’ambiente competitivo volto a raggiungere gli obiettivi organizzativi.

Ma qual è il legame fra il GDR e la strategia organizzativa?

Il nostro GDR incarna quella che da Kim W. Chan e Mauborgne Renée è stata definita “Strategia oceano blu”, ribaltando il concetto stesso di strategia organizzativa. Questi due studiosi hanno analizzato trenta settori ed elaborato un modello per raggiungere alti livelli di crescita identificando i principi e gli strumenti che permetterebbero a qualsiasi impresa di neutralizzare la concorrenza e aprire uno spazio di mercato incontestato e illimitato: un oceano blu.

Il successo deriva quindi da mosse strategiche brillanti, secondo questa prospettiva quindi, l’oceano blu calmo e senza concorrenza basato sull’innovazione di valore e sull’espansione del mercato si contrappone all’oceano rosso della competizione spietata e dell’assenza d’innovazione.

La dinamica è la stessa dei nostri GDR, dove pensiero laterale, problem solving, gestione del cambiamento e la proposta di modelli differenti sono i punti fermi dell’esperienza. Essenziale il lavoro di follow up per riportare in azienda i meccanismi vissuti nel team building, che non può rimanere una esperienza a sé, ma deve essere vissuto come l’inizio di un percorso formativo ben preciso.

In un’azienda c’è sempre chi si espone meno di altri, per paura di compromettere certi equilibri. Può il gioco di ruolo aiutare a mettersi in gioco un po’ di più?

Il GDR è uno strumento di formazione innovativo che offre ai partecipanti la possibilità di riflettere sui propri comportamenti in una forma leggera ma nello stesso tempo di grande impatto.

Grazie a questo format è possibile aggirare le difese che i metodi di formazione tradizionali possono a volte suscitare, innescando così un processo di maggiore disponibilità a mettersi in discussione.

Attraverso il GDR è possibile trasmettere messaggi formativi di forte impatto con uno stile leggero e coinvolgente; l’apprendimento avviene in modo potente e senza sforzo attivando tutte le componenti dell’istinto e dell’intelligenza.

Quali format proponete?

Quasi tutti i nostri format hanno l’impostazione del GDR: templari alla ricerca del Graal, detective o giornalisti in un’indagine o un’inchiesta, contadini in fattoria, pittori, cavalieri templari, pubblicitari, film- maker, chef, musicisti, attori, volontari della protezione civile e tanti altri ruoli che stiamo sperimentando per la prossima stagione.

Quanto dura e come viene strutturato?

½ giornata, un giorno, una settimana, anche un mese quando inizia il pre-game sul blog dedicato e sui social media. La struttura è creata insieme al cliente in base alle sue richieste, attraverso un lavoro “tailor made”.

Quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere?

Gli obiettivi nascono dalle esigenze formative dei clienti e sono inserite in modo organico nei format predefiniti, rendendo ogni team building “unico”.

Per raccontarvi un esempio, risponde Fabio Tognetti: trainer, coach e senior consultant, nostro “complice”  nei giochi di ruolo con valenza formativa.

“Prendiamo l’esempio di Alla ricerca del Graal, il format porta in evidenza il tema del problem solving: sono le molte differenti prove da affrontare (le difficoltà giornaliere) che mettono maggiormente alla prova le persone.

I diversi gruppi dovranno dimostrare di sapersi adattare alle situazioni in continuo cambiamento nella tortuosa strada per la conquista del Graal. Dovranno essere in grado di suddividere le prove in base alle competenze di ciascun membro del gruppo, così che possano ottenere una performance migliore; azione che li porta necessariamente ad una condivisione interna di competenze e di motivazioni.

Questo elemento di condivisione sarà sottolineato come fondamentale per ottimizzare il potenziale del gruppo, tanto in una ricerca del Graal, quanto nella vita lavorativa.”

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