Team building e giochi di ruolo

Di seguito l’intervista fatta a Elio Zoccarato dalla rivista di settore Meeting & Congress sul tema del team building e i giochi di ruolo.

M&C:

In che modo ritenete che un team building costruito proiettando i partecipanti in una  dimensione non reale possa essere funzionale nell’ambito di un contesto formativo aziendale?

EZ:

Il riferimento è il Game Based Learning, gioco come strumento per crescere e apprendere (learning by doing). Nel gioco di ruolo è essenziale che i partecipanti accettino la metafora, come fanno naturalmente i bambini e come sanno fare gli artisti nelle loro esibizioni. In inglese “to play” significa recitare una parte, ma anche giocare.

M&C:

Quali sono le opportunità che consentono di risolvere problematiche aziendali se trattate in un gioco di ruolo? 

EZ:

Mettersi in “gioco” è l’inizio del lavoro: scaturiscono naturalmente i ruoli, i rapporti interpersonali, i problemi, le abilità dei partecipanti e del gruppo come potremmo vederli nel lavoro quotidiano. Da qui l’opportunità di aumentare il coinvolgimento dei singoli, focalizzare e migliorare le abilità e i rapporti interpersonali, prendere consapevolezza dei conflitti e delle difficoltà in un ambiente “altro”, libero da stress e preoccupazioni. Stimolare la partecipazione al lavoro di gruppo e la responsabilità individuale. Far familiarizzare i partecipanti con le modalità d’interazione di una web community e con la gestione delle dinamiche dei gruppi. Sviluppare la creatività. Far percepire la complessità dell’ambiente in cui si muove un’azienda.

Riassunto in pochi punti:

•    Superamento delle inibizioni

•    Comunicazione efficace

•    Capacità di ascolto individuale e di gruppo

•    Decisioni in tempo reale

•    Scoperta delle proprie abilità

•    Problem solving creativo

 

Perché un team building con il gioco di ruolo piuttosto che in barca a vela?

E perché non vedere la barca a vela come gioco di ruolo o comunque inserirla come parte integrante nelle metafore dei GDR? (Vedi sotto la case history “Blue Experience”). Blue Experience è un viaggio di ricerca, di conoscenza, ma soprattutto di consapevolezza delle grandi risorse che ci dà il mare.

1° Parte la costruzione della squadra

Sulla barca lo skipper coinvolge il team nell’esperienza della navigazione a vela che più di ogni altra riesce in tempi brevi a evidenziare le criticità e i benefici della costruzione di un team.  L’organizzazione in barca dà quindi l’avvio all’affiatamento e rende consapevoli della missione comune.

2° Parte la missione

Ormai la squadra è creata, ma questo è solo l’inizio. È proprio ora che parte l’avventura più affascinante: al team è affidata la creazione di un video reportage sul patrimonio storico custodito dal mare, sui reperti sommersi, sulla storia, le tradizioni e la cultura dei popoli e dei territori che lo lambiscono. Un’inchiesta giornalistica per diffondere la ricchezza del Patrimonio Marittimo e far capire l’importanza del rispetto ambientale per una risorsa così vitale.

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