Uscire dalla Crisi (1 parte)

Il Nostro CEO e Direttore Creativo di Sunny Way racconta ad Eccellere la sua esperienza e cosa è cambiato negli ultimi anni nel settore del team building, della formazione esperienziale e dell’organizzazione eventi. Fra i suoi consigli “anti-crisi” capire e trovare quello che si sa fare meglio, creare partnership anche con chi potrebbe essere competitor, utilizzare e cogliere le opportunità messe a disposizione dalla tecnologia e dalla rete

Elio, raccontaci brevemente qualcosa sul tuo lavoro e sulla tua azienda.
Sunny Way esiste da più di 15 ani e il nostro core-business è il team-building e la formazione esperienziale. Non disdegniamo gli eventi perché veniamo da lì, la società infatti è nata dalle nostre esperienze precedenti. Abbiamo un po’ rotto le regole del team-building spettacolarizzandolo, con riferimenti al cinema, al teatro, ai giochi di ruolo. Il mio lavoro è una continua ricerca di qualcosa di diverso e di nuovo. I “format” che utilizziamo possono essere gli stessi, ma creiamo sempre qualcosa di nuovo e personalizzato in base alle esigenze del cliente. Faccio un esempio: alcune persone che non fanno teatro pensano che gli attori si possano annoiare a fare le stesse repliche. Ogni volta però è un’emozione diversa, perché il pubblico è diverso e si crea una carica elettrica nuova. Nel nostro caso, grazie al coinvolgimento che mettiamo in ogni progetto, il cliente si accorge che c’è la voglia di rendere l’evento unico ed efficace per tutti.

Siete stati “toccati” o “coinvolti” dalla Crisi? In che modo?
Devo dire di si, probabilmente un po’ prima di altri settori e di altre aziende. Molti clienti e potenziali clienti hanno chiuso i “rubinetti”, si sono ritirati un po’ a riccio. Negli anni precedenti, come detto, avevamo lavorato e ci eravamo specializzati nel team-building e questo ci ha permesso di avere una certa credibilità quando c’è stata questa flessione. Prima della crisi, i tour-operator, le agenzie di animazione e quelle di convention, si sono buttati tutti nel team-building. Probabilmente loro hanno pagato questa inesperienza ed hanno risentito ancora più di noi dello stop-forzato di alcuni clienti. Ora, alcune aziende stanno tornando o altri ancora vengono da noi. Se non hai un background di esperienze di lavori fatti che ti consentono di saper leggere quelle che sono le esigenze del cliente, può andare bene perché fai un prezzo molto inferiore rispetto agli altri, rispetto a chi ha più esperienza, poi però, se il lavoro non è efficace, quei soldi sono buttati. Nonostante questo periodo più difficile, mi sembra che si stia risvegliando qualcosa, c’è qualcosa nell’aria, le aziende vogliono riprendere a lavorare sull’immagine interna e tornare a motivare i loro dipendenti.

Cosa è cambiato nella tua attività/azienda? E nelle tue azioni di tutti i giorni?
Sono cambiate un po’ le esigenze dei clienti, che hanno richiesto sempre di più qualcosa di formativo, unito al classico lavoro sull’immagine. La mia azienda ha accolto questa voglia di cambiamento, abbiamo lavorato sul nostro “rafforzamento” e sulla capacità di poter acquisire un “brief” formativo dal cliente con la collaborazione di alcuni formatori che lavorano con noi. Ora il cliente non vuole solo la forma, anche il contenuto. C’è l’esigenza di lavorare sempre di più sia a livello personale sia sul lavoro di squadra. Questa crisi è, ed è stata, anche una crisi di ognuno e questo si riflette nel lavoro di squadra. Se il singolo non è motivato, la sua missione non coincide con la mission dell’azienda e per questo non riesce ad essere efficace nel lavoro di squadra. Stiamo lavorando su un nuovo approccio molto legato al benessere fisico e psicologico e sulla gestione dello stress, con l’obiettivo di studiare insieme al cliente come sviluppare una maggiore serenità nel posto di lavoro.

http://www.eccellere.com/public/rubriche/attualita/UsciredallaCrisiElioZoccarato-301.asp

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